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Maria Messina nasce a Verona. Figlia del compositore e chitarrista Pietro Messina, manifesta fin da piccolissima un forte interesse per tutto ciò che riguarda l’universo sonoro. Passa così il tempo ascoltando dischi di ogni genere dall’immensa collezione paterna, circondata da strumenti musicali che le permettono di scoprire la musica in solitudine, registrandosi mentre si diverte a sperimentare con i suoni e con la voce.

All’età di otto anni compone le sue prime canzoni e si dedica da autodidatta allo studio del pianoforte, della chitarra e della voce. Entra nella classe di violino del conservatorio di Verona undicenne, ma dopo pochi anni l’insofferenza all’ambiente accademico la porta a cercare altre strade; dall’età di dodici anni è in grado di arrangiare le sue composizioni e di suonarle con diversi strumenti, dimostrando fin da subito una forte impronta personale, che perdura tuttora e che si manifesta nella ricerca di melodie orecchiabili e armonie mai scontate, nella cura degli arrangiamenti e nel dialogo tra gli strumenti musicali, voce compresa.

I testi delle sue canzoni riflettono la sua irrequietezza di artista e una profonda avversione verso i luoghi comuni e una società basata sull’immagine e l’apparenza che non si accorge di quanta bellezza si nasconde dietro gli angoli discreti della nostra esistenza.

Il suo primo disco, Never Walking Shoes, esce nel 2011 e contiene 11 tracce in inglese e una ghost track in italiano dal titolo Note alla Notte.

“Never Walking Shoes”, il suo album d’esordio … è di fatto un’autoproduzione eppure ti colpisce perché, nelle composizioni come negli arrangiamenti, c’è una raffinatezza che non trovi neppure in molti dei materiali più pretenziosi delle major.

da “Il Sole 24 Ore” (leggi articolo completo).

Nel 2018 esce il suo secondo disco, completamente in italiano, dal titolo Non Siamo Mai Quelli di una Volta, in cui l’autrice, in otto tracce, distilla le sue confessioni con ironia e introspezione, con colori a tratti scuri e sfumature vivaci e armonie impreziosite dagli intrecci melodici di archi e fiati.

un pop alternativo denso di arrangiamenti intricati, eppure totalmente catchy, anche grazie alla peculiarità della sua voce, un ammaliante ibrido tra Kate Bush e Tori Amos che si pone in contrasto con la sua penna tagliente.

da “Ondarock” (leggi articolo completo)

Nel frattempo si iscrive e sta per concludere il biennio magistrale di composizione pop rock del conservatorio “G. Verdi” di Milano. Durante la lavorazione del terzo e ultimo disco, approfondisce lo studio della direzione corale frequentando i corsi di perfezionamento con il maestro Dario Tabbia e fonda un gruppo vocale amatoriale di 12 elementi dal nome Inthecoro, che dirige, scrivendo lei stessa gli arrangiamenti dei brani.

Quest’anno è uscito il suo ultimo lavoro, sempre in italiano. In Reflusso di Coscienza Maria Messina ha condensato, mettendo a frutto le competenze maturate negli anni, tutta la sua esperienza di vita musicale, curando in maniera ancor più metodica e precisa la ricerca del suo personalissimo orizzonte sonoro: ognuna delle 10 tracce di Reflusso di Coscienza racchiude una singolarità, che riflette il variegato universo musicale dell’autrice.

Maria Messina deposita sulla tela vuota le proprie emozioni, i sentimenti, le frustrazioni, le ansie e i moods cangianti, con il recondito suggerimento che da tutte le esperienze occorra trattenere il positivo, quella bellezza che emerge quando si riesce ad apprezzare la semplicità nascosta tra le pieghe del quotidiano.

da “Athos di MAT2020” (leggi articolo completo)